Salve lettori!
Mi scuso per il silenzio stampa che c’è stato ultimamente,
ma tra impegni universitari non ho avuto né il tempo né la voglia di scrivere,
e a differenza della maggior parte delle persone sul pianeta io ritengo che
quando non si ha nulla da dire sarebbe meglio stare zitti.
Ma oggi le idee sembrano tornate, quindi ne approfitterò per
produrre qualcosa.
In particolare questo post lo dedico a un’altra delle mie
lezioncine di italiano, che temo non risulterà particolarmente interessante, ma
amen.
Qualche giorno fa mi è capitato di essere contraddetta (e Dio solo sa quanto io detesti essere contraddetta, soprattutto quando ho ragione, e soprattutto quando si tratta di questioni linguistiche!) sull’uso di alcuni vocaboli. Il problema non era affatto l’uso dei miei vocaboli, quanto l’ignoranza degli interlocutori dei vocaboli stessi. Spesso e volentieri la somiglianza nel suono (o anche nello scritto) di alcune parole, o il loro significato affine, fa in modo che le due o più parole si confondano, e che ne venga preferita una e l’altra bollata come inesistente. A quanti fanno questo errore desidererei ardentemente regalare un dizionario completo della lingua italiana. Visto che i fraintendimenti sono troppi per poterli anche solo pensare tutti, oggi mi concentrerò solo su alcuni di essi: la differenza tra “simpatico” ed “empatico”, tra “tondo” e “cerchio”, “fisionomia” e “fisiognomica”, “inedita” e “inedia”, “impiantare” e “trapiantare”. Non sembreranno tutte di uso comune, ma in realtà io vi faccio ricorso abbastanza spesso.
Qualche giorno fa mi è capitato di essere contraddetta (e Dio solo sa quanto io detesti essere contraddetta, soprattutto quando ho ragione, e soprattutto quando si tratta di questioni linguistiche!) sull’uso di alcuni vocaboli. Il problema non era affatto l’uso dei miei vocaboli, quanto l’ignoranza degli interlocutori dei vocaboli stessi. Spesso e volentieri la somiglianza nel suono (o anche nello scritto) di alcune parole, o il loro significato affine, fa in modo che le due o più parole si confondano, e che ne venga preferita una e l’altra bollata come inesistente. A quanti fanno questo errore desidererei ardentemente regalare un dizionario completo della lingua italiana. Visto che i fraintendimenti sono troppi per poterli anche solo pensare tutti, oggi mi concentrerò solo su alcuni di essi: la differenza tra “simpatico” ed “empatico”, tra “tondo” e “cerchio”, “fisionomia” e “fisiognomica”, “inedita” e “inedia”, “impiantare” e “trapiantare”. Non sembreranno tutte di uso comune, ma in realtà io vi faccio ricorso abbastanza spesso.
Vediamo le prime due. Innanzitutto l’uso. Diciamo “Sono
simpatico a qualcuno” ma “Sono empatico nei confronti di qualcuno”. “Simpatico”
è un vocabolo usato quasi quotidianamente, sebbene con significato diverso da
quello originario. Quando diciamo di qualcuno che è simpatico, a volte
intendiamo che è divertente. Mentre non vuol dire esattamente questo. Deriva
infatti dal greco “sympàtheia”, collegato al verbo “sympatèo” che indica il
compartecipare al sentimento di qualcuno. Il dizionario etimologico dà come
definizione “inclinazione istintiva, che attrae una persona vero l’altra;
facoltà di partecipare ai sentimenti dei nostri simili, ai loro piaceri e
dispiaceri”. Tuttavia nel linguaggio comune questo significato, trasferitosi
alla parola “empatia”, si è perso, e adesso classifichiamo come simpatica una
persona di cui la compagnia non ci dispiace. Piacevole. Divertente. “Empatia”,
invece, altrettanto derivante dal greco antico, “empathèia” (= “dentro la
sofferenza”), è una capacità di comprendere lo stato d’animo altrui. È quindi
una forma di comprensione. In conclusione: io posso essere una persona
simpatica, perché magari le mie battute divertono. Ma non è detto che io sia
una persona empatica, perché magari non noto mai come stanno gli altri intorno
a me. Viceversa posso essere una persona empatica e notare sempre lo stato
d’animo altrui, ma posso essere una spina nel fianco per tutti.
“Tondo” e “cerchio”. Innanzitutto il primo viene usato più
come aggettivo che come sostantivo. Il vocabolario Treccani lo presenta infatti
prima come aggettivo. Non che cambi qualcosa, il significato è comunque quello.
Una cosa tonda è di forma circolare, ma esprime minore regolarità di contorni.
Non è quindi un sinonimo di “sferico”. Né, se usato come sostantivo, di
“cerchio”. Un cerchio e una sfera sono regolari e per questo considerati forme
geometriche perfette. Per cui posso riferirmi a me stessa come ad una persona
“tondetta” ma non posso di certo dire di essere “sferica” (grazie al cielo).
Tonda è la terra, che è irregolare (tecnicamente è un geoide, ma non sto qui a
sciorinare il mio sapere sull’astrofisica). Tonda è una mela, che è palesemente
non sferica. Tondo è anche un cilindro, che avrà anche la base circolare, ma
questo non lo rende perfetto alla pari di cerchio e sfera. Per cui io posso
anche far passare a Jovanotti la licenza poetica di dire “bella come un tondo”
nella sua canzone senza sentirmi offesa, ma se un ragazzo qualunque mi dicesse
che sono tonda non entrerebbe di certo nelle mie grazie.
“Fisionomia” e “fisiognomica”. Credo che la maggior parte
delle persone – dei miei conoscenti sicuramente – sconosca il secondo vocabolo.
Io ricordo anche precisamente in che ambito l’ho sentito usare per la prima
volta: storia dell’arte. Tanto, tanto tempo fa. Ma andiamo in ordine.
“Fisionomia” indica le fattezze di un individuo. Si riferisce all’espressione
che deriva dall’insieme dei suoi lineamenti. “Fisiognomia” (da cui l’aggettivo
“fisiognomico”) è legato alla fisionomia perché senza questo concetto base non
potrebbe esistere. La fisiognomia è una pseudoscienza che pretende di dedurre
il comportamento di un individuo sulla base del suo aspetto fisico. Tra il
XVIII e il XIX secolo questa teoria fece furore, e piuttosto celebre (ma
considerando quanta gente conosce questo vocabolo, a quanto pare non è così
celebre) fu il caso di Cesare Lombroso, antropologo e criminologo, che pretese
di condannare alla pena di morte tutti quelli che, secondo le caratteristiche
fisiche, sarebbero diventati criminali. Secondo lui queste persone non potevano
essere educate, perché la criminalità era loro innata, quindi tanto valeva
farle fuori subito.
“Inedita” e “inedia”.
Qui la spiegazione è breve, perché le due parole hanno a che fare l’una con
l’altra quanto uno pterodattilo con un coniglio domestico. “Inedito” è uno
scritto non ancora pubblicato. “Inedia” è la prolungata astensione da cibo,
che, portata all’estremo, provoca la morte.
“Impiantare” e “trapiantare”. Il primo è una sorta di
intensivo del verbo “piantare”, che può essere usato in ambiti diversi da
quello delle piante. Inserisco qualcosa di nuovo in un posto nuovo. Lo fisso
saldamente in un posto. Quel qualcosa diventa radicato nel suo nuovo ambiente.
Il secondo, invece, vuol dire spostare qualcosa dal posto in cui si trovava
prima e inserirlo altrove.
Come dicevo, mi sa che questa volta la lezioncina è stata un
po’ noiosetta. Ma l’ho trovata liberatoria. Il fatto che qualcuno dei miei
lettori adesso sappia la differenza tra questi termini (ammesso che non la
sapesse già, ovviamente) è una soddisfazione sufficiente per me. Non si
rivoluziona il mondo in una notte.
A prestissimo con un post sul Natale in Romania e con due
numeri della rubrica “Books vs Movies”!
Smack,
Andra
Mi hai davvero illuminata sulla questione del tondo e dello sferico! D'ora in poi presterò più attenzione al riguardo (anche se adoro come suona la parola "tondo", quindi rischierò di abusarne solo per la dolcezza di suono).
RispondiEliminaAh, sono la ragazza che ha scritto la recensione di Frozen condivisa da Impero Disney: ho visto che ti è piaciuta (sei stata fin troppo gentile, grazie) e, notato che sei anche tu una blogger ho pensato che sarebbe stata cosa carina ricambiare con una visita qui :)
Tondi saluti!
Alessandra
Oddio, mi scuso per non averti risposto prima, ma davvero il commento non mi era stato segnalato nella pagina di Blogger!
EliminaMi fa piacere che tu abbia voluto fare una visita al mio blog, perché la tua recensione mi è piaciuta davvero tantissimo. Non leggevo qualcosa che mi facesse così piacere da tanto, tanto tempo. Intendo pubblicizzarla anche sulla pagina Facebook del mio blog, anche se, ahimè, è ancora piccina e poco conosciuta (ma mi sto impegnando per rimediare!).
Concordo sulla dolcezza del suono "tondo", comunque. Lo preferisco di gran lunga a "cerchio", peccato non siano sempre intercambiabili.
Saluti anche a te, e grazie ancora per la visita!
Andra
Ma figurati, anzi! Pure a me capita di accorgermi in ritardo dei commenti (una volta addirittura dopo tre mesi).
RispondiEliminaChe dire, grazie ancora! Quel film mi è piaciuto talmente tanto che la recensione-fiume era d'obbligo (e, non paga, sto meditando di scriverci addirittura un altro post!)!
Ora metto mi piace alla pagina! :D
Grazie mille per il "mi piace".
EliminaSe scriverai un altro post su "Frozen" non indugiare e fammelo notare subito, per piacere!
Ah, posso anche chiederti il link del post precedente? Andarlo a pescare dovunque io l'abbia salvato (a volte il mio cervello mi risulta davvero oscuro) risulterebbe un po' lungo -.-
Ahahah, ma certo! Dovrai solo avere la pazienza di aspettare l'uscita del dvd (perché almeno avrei una ragione per parlarne senza sembrare ossessionata!)
EliminaEcco il link:
http://magicnightfall.tumblr.com/post/71963210462/its-such-a-cold-cold-world-hello-cold-world
Grazie, lo condivido immediatamente :)
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