Buongiorno a
tutti!
Questa volta ho una buona scusa per il lungo silenzio stampa: mia mamma è venuta a trovarmi qui a Venezia. Siamo state costantemente fuori, tra Padova, Trieste e la stessa Venezia. Insomma, le camminate non ci sono mancate. Arrivavo a sera così stanca che per due giorni credo di essere andata a dormire alle 9.
Questa volta ho una buona scusa per il lungo silenzio stampa: mia mamma è venuta a trovarmi qui a Venezia. Siamo state costantemente fuori, tra Padova, Trieste e la stessa Venezia. Insomma, le camminate non ci sono mancate. Arrivavo a sera così stanca che per due giorni credo di essere andata a dormire alle 9.
Per cui è
passato un po’ di tempo da quando avrei dovuto scrivere questo post. La festa
rumena di cui vorrei parlarvi, infatti, in realtà è stata il primo di marzo.
Esempio di mărţișor senza accessorio. |
Chiamasi infatti
“Mărţișor” (abbreviazione di "martie", che vuol dire appunto "marzo"), corrisponde grosso modo a quelle che a Roma erano le Idi di marzo. In
sostanza è la festa della primavera. In questa occasione vengono regalati
piccoli accessori caratterizzati per il fatto di essere decorati con due fili
intrecciati, uno rosso e uno bianco. Spesso si usa anche regalare i bucaneve, i
fiori che per antonomasia rappresentano l’arrivo della primavera.
Le leggende
legate alla nascita della festività sono due: la prima è quella dell’Eroe che
liberò il Sole. Si dice che il Sole sia sceso sulla terra e abbia acquistato le
sembianze di una bellissima fanciulla. Ma un orco la rapì e la rinchiuse nel
suo castello, facendo piombare il mondo nel buio e nella desolazione. Allora un
giovane coraggioso, dopo un anno di ricerche, trovò l’orco, lo sfidò a duello e
vinse, permettendo al Sole di tornare in cielo e splendere. La battaglia con l’orco
tuttavia l’aveva lasciato stremato e sanguinante. Il suo sangue si sparse sulla
neve bianca finché lui non esalò il suo ultimo respiro. La tradizione dei due
fili, dunque, sarebbe un modo per ricordare il coraggio del giovane.
Esempio di mărţișor con accessorio. |
La seconda
leggenda invece è quella della lotta tra la Primavera e l’Inverno. È una
leggenda diffusa più che altro nella Repubblica di Moldavia, ma è così carina
che non vedo perché non esporvela ugualmente: si dice che un giorno la
bellissima Primavera sia uscita in giardino e abbia visto, in mezzo a tante
piante spinose, un unico bucaneve che sbucava (scusate il gioco di parole) da
un cumulo di neve. Nel desiderio di proteggere il fiore la Primavera iniziò ad
avvicinarsi e a strappare tutti i rovi che lo circondavano. Ma l’Inverno la
vide, si infuriò, e inviò un gelo tale da congelare immediatamente il fiore. Tuttavia,
la Primavera si punse un dito con i rovi, e una goccia di sangue caldo cadde
sopra il bucaneve, facendolo rinvigorire. In questo modo l’Inverno fu
sconfitto, e da qui deriverebbe l’usanza dei due fili.
Queste leggende,
come tutte le leggende, non sono datate. La festa, presente anche in Bulgaria,
potrebbe essere di derivazione daco-tracica (come dicevo nello scorso post, i
Daci erano la popolazione autoctona, quella invasa da Traiano. Erano una delle
popolazioni traciche, che abitavano la penisola balcanica). Se da un lato si è
voluto far derivare la festa dall’antico capodanno romano, festeggiato nel mese
di Marte, dall’altro gli scavi archeologici hanno riscontrato evidenze di
oggetti simili a quelli che vengono oggi regalati anche nell’8000 a.C.
Bucaneve. |
Oggi, il regalo
che si riceve va indossato per tutto il mese di marzo, e dopo andrebbe appeso
al ramo di un albero da frutta. Sono usanze che, ovviamente, si mantengono
nelle campagne. Si dice che se, nell’appendere l’accessorio, si esprime un
desiderio, questo si esaudirà.
È una festa che
ho sempre trovato molto carina. Da bambina giravo per i negozi con mia nonna
per trovare questi piccoli accessori (i negozi li vendono in quel periodo, già
completi di filo bianco e rosso e a volte qualche frase di buon augurio) da
regalare alle mie compagne di classe e alle amiche con cui andavo a giocare
fuori, nel pomeriggio. Quel giorno ne ricevevo talmente tanti che ovviamente
spesso non potevo indossarli tutti, ma li conservavo sempre.
Bene, anche
questo post è finito. Spero che vi sia piaciuto, e spero di tornare molto
presto con qualche altro scritto, magari stavolta su un argomento più in linea
con il blog, dato che gli ultimi due sono stati rubriche sulla Romania.
Smack!
Andra
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