domenica 23 marzo 2014

Per il prossimo che mi vorrà parlare male di Disney Channel.

Buona domenica a tutti i miei lettori. Oggi qui a Venezia ha piovuto (eh, che sorpresa!) e non so se essere contenta perché, se c’è cattivo tempo, non ho voglia di uscire e quindi posso stare a casa a studiare, oppure se, proprio perché c’è cattivo tempo, mi passa la voglia di fare qualunque cosa, incluso studiare.

Nel dubbio su cosa fare ho deciso di scrivere il post che preannunciavo la volta scorsa. Dicevo che è un tipo di post che non ho mai scritto perché tratta di un argomento che poco c’entra con quelli che ho sempre trattato. Ma oggi, su Facebook, ho trovato l’ennesima presa in giro alla Disney perché “i ragazzini che produce sono tutti cause perse”. Oltretutto il post era su Hilary Duff, di cui si diceva essere l’unica a salvarsi da questa severa categorizzazione, finché qualcuno non ha commentato “Soffriva di problemi alimentari, quindi anche lei è pazza”.

A questo punto mi sono scoppiate le coronarie.


Come diamine si fa a dare della pazza a una persona perché soffre di problemi alimentari? Cosa che, tra l’altro, non mi risulta, ma può anche darsi che sia io a non saperlo. Questa affermazione è sbagliata da tutti i punti di vista: 1) solo perché una ragazzina passa da “in carne” a “magra” non significa che sia diventata anoressica. Può anche semplicemente essere dimagrita. Oltretutto si parla sempre di come ad un certo punto lei fosse ingrassata molto. Be', era incinta, sfido io! 2) i disturbi alimentari sono per la maggior parte colpa degli altri, non della persona che ne soffre. Non avessi io una quantità di amor proprio veramente elevata, sarei diventata bulimica da tanto tempo, grazie ai commenti che ricevo ogni singolo giorno, per giunta da gente che non lo fa nemmeno con cattiveria, solo non si rende conto di quello che dice. Farmi notare “Ma non volevi dimagrire?” solo perché mi si vede mangiare un Twix per merenda, quando si sa benissimo che consumo quantità industriali di verdura e quasi non mangio carboidrati in altre occasioni, è cattiveria. Non fatelo mai, ve ne prego. A me poco può importare di quello che si pensa di quello che mangio o di quante volte vado in palestra. Ma c’è gente che ne soffre, che dopo una domanda come quelle che ricevo io va in bagno a rimettere tutto. 3) Da quando avere un disturbo alimentare equivale al drogarsi sul palco (Miley) o al postare foto di se stessi nudi su Twitter (Dylan Sprouse) o sputare sui fan (Bieber)?


I nomi di coloro che sono usciti dalla Disney e hanno preso brutte strade sono diversi: Britney Spears, Miley Cyrus, Dylan Sprouse (Zack di Zack e Cody, per intenderci), Lindsay Lohan. Mi volete dire che la Disney ha prodotto solo loro in tutti questi anni? Non so voi, ma io guardo Disney Channel da quando avevo 8 anni. Ho seguito ogni singola serie mai uscita sul canale, fino a circa un anno fa, quando, per mancanza di televisione qui a Venezia, ho smesso. Oltretutto i nuovi show non erano di qualità come i vecchi, per cui non ne sento nemmeno la mancanza (tranne per “Phineas e Ferb”, santo cartone!)

Ora: la gente tende a inserire Selena Gomez e Demi Lovato nella lista dei “rovinati” di cui sopra. Per la seconda posso capire il perché: Demi è stata in riabilitazione per problemi di bulimia, di depressione con conseguente taglio di vene e uso di droghe. Ora: bollare qualcuno come “rovinato” solo perché è depresso non mi pare il modo migliore di aiutarlo. Se lei fosse stata una che si droga sul palco, avrei potuto capire l’odio: stai influenzando negativamente il tuo giovane pubblico. Ma siccome noi non sapevamo nemmeno che si drogasse finché non è stata lei stessa a dirlo, non ha dato cattivi esempi a nessuno. Anzi, andando in riabilitazione e riprendendosi ha dato un esempio positivo, come a dire: “Se ce l’ho fatta io, possono farcela anche altri”.

Selena Gomez in uno dei suoi viaggi in Africa.
Non sta né in cielo né in terra che Selena Gomez, invece, si trovi sulla lista nera. Questa ragazza non ha fatto passi falsi da quando è uscita dalla Disney. Certe volte leggo “Ma stava con Justin Bieber”. E quindi? Per questo è una delinquente? Non importa che sia ambasciatrice dell’UNICEF (come Angelina Jolie, d’altra parte) e che parta per missioni umanitarie in Africa? Non conta che faccia beneficienza? Non conta che gran parte della sua linea di moda sia dedicata all’abbigliamento per il fitness, spingendo così i giovani a dedicarvisi? Siccome stava con Justin Bieber (di cui altrettanto non importa che prima dello scatto di pazzia, nel 2012, fosse la seconda star di Hollywood che aveva fatto più beneficienza quell’anno dopo Lady Gaga, battendo persino quei due santi che sono Pitt e la Jolie) va considerata una pessima influenza. Bah.

A questo punto, però, quando tengo questa conversazione con qualcuno, si arriva al punto in cui mi si dice: “Beh, ma se non tutti, almeno la maggior parte di loro si è rovinata!”.
Gioia! Solo perché tu non conosci le decine e decine di star disneyane!
Al che comincio a fare nomi (e mi limito ai personaggi principali delle serie, non vado a pescarli tutti): Raven Symoné (di “Raven”, appunto, e di “Cheetah girls”); Ashley Tisdale (“High school musical” e “Zack e Cody al grand Hotel”); Ricky Ullman e Alyson Michalka (“Phil dal futuro”); Shia LaBeouf (“Even Stevens”); i Jonas Brothers (“Camp rock” e “JONAS”); Zac Efron e Vanessa Hudgens (“High school musical”); Cole Sprouse e Brenda Song (“Zack e Cody al grand hotel” e “Zack e Cody sul ponte di comando”); Emily Osment (“Hannah Montana”). Mi fermo qui perché altri sono ancora sotto contratto con la Disney, oppure lavorano per altri enti televisivi per ragazzi.

Shia Laboeuf in alcuni suoi film (da sinistra a destra:
Holes, Disturbia, Transformers, Indiana Jones)
E l’interlocutore di turno risponde: “Ma chi li conosce questi?”.
Chi li conosce questi? Chi li conosce questi?!
Chi non
conosce Raven?! Che ha fatto la storia su Disney Channel? O Ashley Tisdale, attrice, cantante e doppiatrice (di Candace in “Phineas e Ferb”, tra l’altro)? O Zac Efron, che nel 2006 è stato definito da Adam Shankman (anche se dubito che la gente conosca quel grand’uomo che è Shankman, qui in Italia) come “il ragazzo più popolare degli Stati Uniti”? Shia LaBeouf è il protagonista dei tre film di “Transformers”, perdinci! Per quanto tu possa essere una persona alternativa, almeno di “Transformers” avrai sentito parlare!

A quel punto l’interlocutore ribatte: “Però di loro non si parla più!”.
Al che io rimango basita per un attimo, perché la risposta cozza così tanto con quello di cui stavamo parlando che il mio cervello ci mette un paio di minuti per metabolizzarla. È come se io avessi detto “Penso che ci sia una possibilità di risanare il buco nell’ozono” e mi abbiano risposto “Mi piacciono le arance”. Ma poi mi riprendo, e dico: 1) solo perché tu non senti più parlare di loro, non vuol dire che non se ne parli; 2) ma allora scusami: se fanno notizia perché compiono atti osceni non va bene, ma se non fanno notizia e nel frattempo salvano il mondo (si fa per dire, eh, è solo un’iperbole) non va bene nemmeno? Cosa va bene, allora?
Il mio interlocutore risponde ribattendo quello che ha già detto. A questo punto io insisto un’altra volta, e poi smetto, perché andare avanti a riproporre le stessi tesi mi sembra un cattivo uso del mio tempo.


Ma per voi farò una piccola conclusione, riassumendo: le star della Disney - che io non chiamerei “bimbetti” o “ragazzini”, perché bimbetti e ragazzini non lo sono più, anzi, tranne quelli correntemente attivi sulla Disney sono tutti più grandi di me, e dal basso dei miei 20’anni non chiamerei i ventiduenni “bimbetti” – sono tante. Alcune sono cadute nell’oblio (qualcuno mi dia notizie di Ricky Ullman!) , alcune hanno cambiato strada (Cole Sprouse studia alla New York University e ha un sito di fotografia, essendo appassionato di questa attività; Hilary Duff, oltre a produrre due profumi in collaborazione con Elizabeth Arden e disegnare due linee d’abbigliamento, nel 2010 ha fatto uscire il primo romanzo della sua trilogia, di cui l’ultimo volume è uscito l’anno scorso) altri lavorano ancora occasionalmente per la Disney (Brenda Song dovrebbe partecipare al sequel di “Wendy Wu: guerriera alle prime armi”), ma di tutti loro sono solo cinque i nomi di coloro che hanno preso cattive strade (okay, vi concedo Demi), per cui fare di tutta l’erba un fascio mi sembra davvero biasimevole. Se qualcuno vuole intavolare una discussione al riguardo con me, mi faccia il favore di informarsi bene, almeno su Wikipedia. Una volta che l’avrà fatto, venga pure a prendere un tè con me.

Smack!

Andra

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