mercoledì 20 novembre 2013

Asma da puntini di sospensione e dislessia da abbreviazioni


Salve lettori! Mi rendo conto di avere bellamente saltato tutte le rubriche da venerdì a ora, e possibilmente capiterà altre volte che le salti. Purtroppo non ho a disposizione tutto il tempo del mondo, soprattutto considerando che subito dopo le vacanze di Natale iniziano gli esami e sto avendo dei giorni di panico da “Ommioddiononsonulla”.
Però oggi ero seduta in classe a lezione di economia aziendale e improvvisamente ho notato che ero completamente circondata da gente che picchiettava sulla tastiera del proprio portatile. Una scena assurda: due persone con il pc sedute avanti, due a destra e due dietro. A sinistra non c’era nessuno per miracolo! Lasciando perdere la disperazione da “Ora mi tocca sopportare i ticchettii di questi per un’ora e mezza”, ho preso con più fierezza del solito la mia penna stilografica e il mio quaderno con tutti gli appunti scritti a mano in una grafia che, lo ammetto, non è proprio malaccio, e ho preso appunti come al solito, segnando a mo’ di stenografa tutto quanto, fissando di tanto in tanto il tizio che mi stava accanto con lo stesso disappunto con cui mi guardava lui.
Ora voi direte: cosa c’entra questo con il titolo del post? In verità non c’entra proprio niente. È solo che sentirmi fiera del modo in cui prendo gli appunti mi ha fatto tornare un attimo la voglia di scrivere.
Quindi parliamo di due argomenti che mi stanno particolarmente a cuore: i puntini di sospensione (la punteggiatura in genere è un argomento altrettanto importante, ma troppo vasto, per cui ogni segno ha bisogno di un post a parte) e le abbreviazioni.
Partiamo con il primo argomento.
Ora dirò una cosa che sconvolgerà la vita di molti di quelli che fanno abuso di puntini: i punti di sospensione sono TRE. Solo tre. Tre, non quattro, non dieci, non venticinque. E dopo i tre punti di sospensione bisogna lasciare uno spazio, tranne in casi particolari che non sto qui a spiegarvi. I punti di sospensione, oltretutto, hanno la funzione di sospendere un discorso. Pazzesco, vero? Considerando quanta gente li usa per dare profondità al proprio discorso! Vi spiego meglio.
Se io scrivo “La luna nel cielo” la mia è un’affermazione che su Facebook verrà considerata senza senso. La si troverà nella home e verrà saltata, al massimo con una perplessa alzata di sopracciglio.
Ma se io scrivo “La luna…nel cielo….” la maggior parte dei miei contatti sarà impressionata dalla profondità del mio messaggio poetico. Se poi lo firmo anche Jim Morrison o Charlie Chaplin non ne parliamo.
Sapete, persino Wikipedia sa che i puntini di sospensione non hanno questa funzione. Dice anzi che in sms, chat e social network i puntini stanno ad indicare un silenzio di chi scrive dovuto a disaccordo o disappunto. Vi crea disappunto la luna nel cielo? Se non è così i puntini non hanno ragione di essere utilizzati.
Visto che si chiamano punti di sospensione, oltretutto, io sono portata a fare tante pause quanti i puntini che vedo. Prendo un respiro e vado avanti. Poi mi fermo di nuovo e di nuovo un respiro. Quindi, ad un certo punto, mi ritrovo con un attacco d’asma mentale.
Mi rendo conto che cercare di dire a un sedicente filosofo che mettere i punti di sospensione nelle sue frasi non lo fa diventare automaticamente un pensatore profondo è del tutto assurdo, e potrei venire linciata per questo. Come mi permetto di demolire la base su cui si fondano i loro 117 “mi piace”? Quando io con discorsi lunghi e ben strutturati se ne prendo 20 mi sento miracolata?
Touché. Tutti quelli che, per dirla con Umberto Eco, fanno “indigestione di puntini di sospensione”, continuino pure a farlo. Io continuerò a saltare bellamente i loro discorsi da asmatici.

E passiamo al secondo argomento, che è ben più delicato.
Una premessa: io non ritardo quasi mai nel rispondere agli sms. Ho il telefono quasi sempre a portata di mano, quindi vedo subito se mi arriva un messaggio e rispondo. Uno dei momenti in cui mi prendo del tempo per inviare una risposta è quando devo decrittare un sms scritto in quella che mi sembra un’altra lingua, ovvero un sms pieno di abbreviazioni. Vi giuro che un giorno sono stata dieci minuti a fissare una frase che conteneva “3no” prima di capire che stava per “treno”. Io lo leggevo come “tre no”. Tre volte no. Forse è la mia mente ad essere oltremodo limitata, però non capisco una cosa: una volta c’era la necessità di scrivere in maniera abbreviata perché avevamo sms limitati, quindi dovevamo condensare tutta la nostra risposta in un unico sms. Ma in un’era in cui tutti o hanno sms illimitati, o scrivono su whatsapp, o nella chat di Facebook, mi spiegate dove sta la necessità di abbreviare? Non so gli altri, ma io mi sento dislessica quando leggo un messaggio del tipo “Gg pox prndr il qdrn d stò? T l rprt dmn prmxx!”. Mi metto lì a: “Gi-gi starà per “oggi”, ne sono sicura. L’alternativa sarebbe che stia per “giorni” ma lo ritengo poco plausibile. Vediamo come va avanti il discorso… ” (<- qua i puntini di sospensione di stavano). Mi girano gli occhi. Dopo aver letto in messaggio in codice devo fissare qualcosa che non abbia parole incise sopra, perché la mia vista deve riprendersi un attimo dallo shock subìto.
Se poi penso anche all’utilizzo della k non solo al posto del gruppo “ch”, che ha il suo senso per abbreviare, ma anche al posto delle normali c, la mia frustrazione causata dall’incomprensione del motivo diventa troppo grande. Non posso finire in analisi perché le abbreviazioni mi confondono. Ho altri motivi per andarci.

Infine. Se qualcuno di coloro che leggeranno questo post utilizza puntini e abbreviazioni a iosa, potrebbe essere così gentile da spiegarmi per quale motivo? Sono davvero curiosa di questo fenomeno culturale.

Per oggi mi fermo qui con le mie riflessioni linguistiche. La prossima volta, prendendo spunto da una parte de “L’eleganza del riccio” che fa degli ottimi esempi, parlerò dell’uso della virgola, quel segno di punteggiatura di cui io faccio abuso ma che la gente sembra odiare particolarmente.
Buona serata a tutti!


Andra

2 commenti:

  1. Sono una fan dei tre punti più spazio e aborro le abbreviazioni da sms a tal punto che quando mio figlio mi scrive un messaggio pseudo incomprensibile, gli rispondo di riscrivermelo correttamente se vuole che gli risponda x°D

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    1. Hahaha! Così si fa! Purtroppo imporre lo stesso metodo agli amici mi sa che li renderebbe un po' meno amici, quindi c'est la vie, mi tendo il linguaggio criptato.

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